Matteo Renzi (11 gennaio 1975) presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana dal 22 febbraio 2014 e segretario del Partito Democratico, eletto alle elezioni primarie dell’8 dicembre 2013, deve essere sicuramente un appassionato cinefilo (dizionario Sabatini Colletti, Cinefilo: che ha passione per il cinema e per tutte le attività ad esso connesse) e anche, vorremmo aggiungere, appassionato di musica, forse patito di jazz. Nulla da ridire, anzi. Si possono ben apprezzare le sue scelte.
Per la vacanza personale e della sua famiglia Renzi ha scelto le nevi di Courmayeur, per gli italiani ha indicato la danza che devono seguire, a base di ritmo. Noi siamo dell’opinione che in queste due fondamentali indicazioni – personale e collettiva – fornite dal premier al Paese ci sia stata l’influenza-ricordo di qualche serata da cineforum trascorsa in tempi studenteschi e che uno di quei film che hanno lasciato una forte impronta nel giovane Matteo possa essere “Serenata a Vallechiara” (Sun Valley Serenade) del regista H. Bruce Humberston.
“Serenata a Vallechiara” venne proiettato nel 1941: una commedia musical-romantica che aveva il pregio di vedere fra i protagonisti Glen Miller accompagnato dalla sua famosa orchestra, con una colonna sonora che è rimasta memorabile. Ecco, quale è il riferimento a questo film: il ritmo di Matteo Renzi – è sempre nostra opinione… – lo ha ereditato (ovviamente indirettamente, molto indirettamente) da Glen Miller e dal suo elettrizzante “Chattanooga Choo Choo”. Un aspetto romantico del premier che probabilmente non è stato reso noto per una questione di privacy.
Troviamo sconvenienti le critiche che il Movimento 5 Stelle avanza nei confronti del presidente del Consiglio dei Ministri che concernono l’uso “privato” di un velivolo di Stato (il solito “Falcon 900” da sempre nel mirino dei denigratori) per raggiungere la sua “Vallechiara” e trascorrervi con la famiglia alcuni giorni in pieno relax. Alle accuse rivolte al premier ha risposto Palazzo Chigi sostenendo, con una dettagliata nota, che tutto rientra nelle regole di sicurezza: “– Il presidente del Consiglio non ha raggiunto Aosta con il volo di Stato con cui si è recato a Tirana, in visita ufficiale in Albania (regolarmente atterrato a Roma), ma con un Falcon 900 (sempre dello Stato, però, n.d.r.), nel pieno rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza che regolano questo tipo di spostamenti. Ciò riguarda anche la famiglia del premier quando si muove con lui, sottoposta agli stessi obblighi di sicurezza e a norma di legge; – Per quanto riguarda l’alloggio in caserma – si sottolinea, in caserma, e non in un resort esclusivo a cinque stelle – il Presidente del Consiglio ha regolarmente pagato il dovuto per sé e per i suoi familiari, secondo le tariffe previste all’interno delle strutture militari; – L’attrezzatura da sci per il periodo di breve vacanza è stata noleggiata e pagata da Renzi da un privato per la somma di 450 euro per tutta la famiglia; – Lo skipass, sempre per tutta la famiglia, è costato 485 euro al giorno complessivi, ed è stato pagato da Renzi, così come le spese per mangiare nei rifugi. Il fatto che il Presidente del Consiglio sia sottoposto a una serie di misure di sicurezza che lo riguardano non è una scelta, ma il rispetto delle norme che regolano il suo ruolo e il suo incarico, in linea con quanto avviene per i capi di governo in tutto il mondo.”.
Veramente sconsiderati, dunque, gli appunti che il Movimento 5 Stelle ha posto al premier. L’unica domanda che ci poniamo noi, invece, è di ben altra natura: …ma – sempre per motivi di sicurezza – quando il premier andava a sciare, chi lo seguiva e chi lo salvaguardava? Forse la risposta è semplice: certamente gli Alpini… Chi, se non loro?…